Per una rivalutazione della Strategia Energetica Nazionale

strategia energetica nazionaleDurante i primi di Novembre 10 Associazioni, in una lettera al Presidente del Consiglio e ai suoi Ministri, hanno posto l’attenzione su alcune preoccupanti conseguenze della Strategia Energetica Nazionale, se questa dovesse passare nella sua versione attuale.

La SEN prevede infatti un aumento di 10-12 punti della la percentuale di contributo rinnovabile nel comparto elettrico previsto al 2020, e 12,5 miliardi stanziati annualmente e per 20 anni per raggiungere il traguardo, 3,5 in più rispetto ai 9 miliardi di incentivi per le rinnovabili elettriche in vigore nel 2011.
L’attuale obiettivo del 26,39% è già stato raggiunto con 8 anni di anticipo, e non si vede la necessità di alzarlo fino al 36-38%, non essendoci, oltretutto, alcun nuovo obbligo internazionale.

Secondo le associazioni, tale aumento dell’obiettivo delle rinnovabili elettriche senza che sia posto un limite a tecnologie, determinerà una nuova corsa all’eolico selvaggio, che già ha deturpato moltissimi preziosi territori del nostro Paese e causato danni alla fauna e disagi e problemi di salute alle popolazioni residenti nelle vicinanze degli impianti.

Sembra assurdo, ma all’interno della stessa SEN si afferma inoltre che, come percentuale sui consumi totali, il calore (riscaldamento e raffrescamento) “rappresenta la quota più importante, pari a circa il 45% del totale, seguito da quello dei trasporti, con poco più del 30% e infine da quelli elettrici.”
Si sceglie insomma di privilegiare il settore che incide meno tra i tre, dove gli interventi porteranno quindi meno vantaggi, e che ha già beneficiato di enormi incentivi.

Invece di puntare a quest’obiettivo sconsiderato, le Associazioni spiegano che sarebbe infinitamente più utile dirottare le risorse finanziarie verso politiche di efficienza e risparmio energetico, tagliare gli sprechi nel settore, e tassare tutti coloro che hanno avuto la possibilità di occupare migliaia di ettari con piantagioni eoliche o distese di pannelli fotovoltaici e ottenere così rendite garantite per molti anni.
In questo modo potrebbero essere ”favorite politiche che permettano maggiori riduzioni dei gas serra e portino anche vantaggi sociali, come il sostegno ai trasporti pubblici (colpiti invece da tagli di risorse) o agli impianti solari e fotovoltaici sui tetti degli stabili condominiali o delle aziende agricole, con indirette integrazioni al reddito delle famiglie, o, ancora, il sostegno ai nostri ricercatori”.

Con questo chiaramente non si esclude un’ulteriore crescita nel campo delle rinnovabili elettriche, a patto che questa sia moderata, meglio regolamentata, e si concentri più su tecnologie come il fotovoltaico, capace di integrarsi alle moltissime infrastrutture già esistenti e necessarie, a cui i pannelli solari possono appoggiarsi eliminando così l’impatto ambientale dell’occupazione di un nuovo territorio.

Se anche voi ritenete che l’aumento degli incentivi sia un grave errore e volete far sentire la vostra opinione e dare suggerimenti, fino al 30 Novembre è possibile partecipare alla consultazione online sulla SEN predisposta dal Governo.